Marx in questione. Il dibattito "aperto" dell'International Symposium on Marxian Theory, Napoli, La città del sole, 2009

Indice e introduzione


Indice

Premessa di Riccardo Bellofiore

 

Introduzione di Fred Moseley

 

GEERT REUTEN, Il difficile lavoro di una teoria del valore sociale: metafore e dialettica sistematica all’inizio del Capitale di Marx

 

CHRISTOPHER J. ARTHUR, Il concetto di denaro

 

MARTHA CAMPBELL, L’oggettività del valore versus l’idea di azione abituale

 

PATRICK MURRAY, “Empirismo raddoppiato”. Il posto della forma sociale e della causalità formale nella teoria marxiana

 

RICCARDO BELLOFIORE, Marx e la fondazione macro-monetaria della microeconomia

 

TONY SMITH, La relazione capitale/consumatore nella produzione snella: la continua rilevanza del secondo libro del Capitale

 

FRED MOSELEY, Lo sviluppo della teoria marxiana della distribuzione del plusvalore

 

ROBERTO FINESCHI, I quattro livelli di astrazione del concetto marxiano di “capitale”

 

SEMINARI E CONVEGNI ISMT 1991-2008

 

VOLUMI ESITO DI SEMINARI O CONVEGNI ISMT

 

LIBRI E CURA DI LIBRI DI AUTORI ISMT

 

NOTA SUGLI AUTORI


Introduzione

I saggi raccolti in questo volume costituiscono una cernita dalla vasta messe di lavori sulla teoria marxiana pubblicati dai componenti dell’International Symposium on Marxian Theory (ISMT). Come spiega nella sua introduzione Fred Moseley, che ha dato vita al gruppo di economisti e filosofi nel 1991, l’ISMT si riunisce da allora pressoché annualmente (si veda più avanti la lista dei seminari e dei convegni che hanno avuto luogo dal 1991). Spesso gli incontri hanno avuto sedimentazione in volumi collettivi, altre volte si è trattato di discussioni libere sulle ricerche in corso da parte dei suoi componenti. In appendice a questo volume viene fornito un elenco dei volumi prodotti come ISMT, e una selezione dei libri scritti o curati dai suoi membri, allo scopo di dare al lettore un primo orientamento per eventuali ulteriori approfondimenti.

Chi si limitasse a leggere gli scritti qui resi disponibili, può comunque cogliere immediatamente quello che ci pare l’aspetto più significativo e prezioso di questa esperienza intellettuale. In contrasto con buona parte delle esperienze che mettono insieme studiosi di ispirazione marxista, qui la regola è, non soltanto l’approfondimento critico e filologico, ma anche e soprattutto l’apertura e la problematizzazione della ricerca. Su ogni questione affrontata, è possibile assistere allo spettacolo, tutto sommato non così consueto, di studiosi che, pur condividendo gli interrogativi, si dividono sulle risposte. E che proprio a partire da ciò, grazie ad uno stile di discussione ad un tempo spietato e di reciproca stima, sono in grado di andare alla radice delle questioni più controverse della teoria marxiana: proponendo nuove prospettive, nuove interpretazioni, talora nuove ricostruzioni.

Quali siano i problemi che hanno unito negli anni gli studiosi dell’ISMT, è presto detto. Si tratta, nella sostanza, di due nodi cruciali. Da un lato, l’impossibilità di comprendere Marx senza prestare la dovuta attenzione alle fondamenta del suo discorso, in senso lato ‘filosofiche’, e quindi al rapporto, dibattuto ma ineludibile, con Hegel. Dall’altro lato, l’inseparabilità della teoria marxiana del valore dal suo versante monetario, e l’intreccio tra dimensione sincronica e dimensione diacronica che la caratterizza. Nell’ISMT è anche condivisa una sorta di doppia procedura di messa alla prova del dispositivo categoriale del Capitale. Anche qui con diverse gradazioni: la ‘verifica’ testuale, certo; ma anche la lettura ‘a ritroso’ di Marx, a partire dagli interrogativi teorici del presente. Così, pressoché tutti gli autori dell’ISMT ritengono che l’esposizione dialettica non sia un linguaggio esoterico di cui si possa fare a meno. E pensano che la discussione sul significato, assieme metodico e reale, della ‘astrazione’ in Marx, sia centrale per comprendere sia il movimento della ‘concretizzazione’ dei vari livelli di analisi passando dal primo al terzo libro, sia la ‘costituzione’ stessa del valore e del capitale.

A partire di qui, è possibile, secondo alcuni dei suoi componenti, insistere sulla ‘interpretazione’ del lascito di Marx: una interpretazione, per di più, del tutto ‘fedele’ alla lettera e allo spirito dell’autore di Treviri, e che consentirebbe oggi una ripresa pura e semplice di quella linea teorica senza sostanziali emendamenti o integrazioni. Altri convengono invece sul principio che ogni interpretazione è inevitabilmente una ‘ricostruzione’. Tanto più in un autore così complesso come Marx, e per un’opera così incompiuta, e ancora in parte sconosciuta, come Il Capitale. L’esigenza di una ‘ricostruzione’ è ancor più necessaria per chi è convinto della natura immatura, o discutibile, di alcuni risultati della critica dell’economia politica, almeno nella sua formulazione originaria.

Tra i punti particolarmente controversi ne ricordiamo qui solo alcuni. Dal punto di vista delle questioni più strettamente economiche, tutti gli autori dell’ISMT ritengono la teoria marxiana del valore sostanzialmente valida, o nella sua formulazione originaria, o tenuto conto di apporti ricostruttivi. Il dialogo si incentra, innanzi tutto, sulla definizione di ‘lavoro socialmente necessario’: se sia possibile ritenere che si tratti di una determinazione puramente ‘tecnica’ nella produzione immediata, o se invece quella categoria non comprenda intrinsecamente anche un riferimento al bisogno sociale e alla domanda ordinaria. In secondo luogo, ad essere controversa è la teoria del salario: per alcuni il ‘lavoro necessario’ è da intendersi come il lavoro comandato dal salario monetario (e da questo punto di vista il primo libro viene riletto alla luce del terzo), mentre altri vedono in questo un ‘lavoro pagato’ che può divergere dal lavoro necessario inteso come il lavoro richiesto per la produzione dei beni salario. In terzo luogo, si dibatte se sia sensato definire come ‘macromonetaria” la teoria di Marx; e se la risposta è positiva, di quale sia il significato da attribuire alle due qualificazioni, ‘macro’ e ‘monetaria’. Infine, per alcuni la procedura marxiana della trasformazione dei valori in prezzi costituisce sì il problema principale della teoria marxiana, ma trova in Marx una soluzione non compresa dal successivo marxismo, e tanto meno dalle critiche neoricardiana e neoclassica; per altri, la trasformazione è questione derivata e sostanzialmente non problematica, visto che la difficoltà principale della teoria marxiana starebbe piuttosto nella riconduzione del valore a esposizione del solo lavoro in denaro, all’interno di una teoria della moneta-merce. Secondo questa lettura, il modo con cui viene posta l’identità tra valore e lavoro, o tra neovalore e lavoro vivo, per il tramite dell’espressione monetaria del lavoro o di una ante-validazione monetaria della valorizzazione, si traduce in una diversa posizione per quel che riguarda la relazione tra valori e prezzi, e la stessa teoria della distribuzione.

Per quel che riguarda la discussione più strettamente filosofica, essa si focalizza sulla comprensione del rapporto tra Marx e Hegel. Un punto comune ai partecipanti all’ISMT è l’idea che la critica dell’economia politica costituisca un esempio di dialettica sistematica, con un riferimento interno forte alla Logica di Hegel: e questo non solo nei Grundrisse, ma anche nel Capitale. In tutte le sue opere economiche, si sostiene, Marx intende ricostruire nel pensiero le determinazioni essenziali del capitale. Inizia perciò dalle forme più semplici ed astratte (merce, valore, moneta), e procede poi passo dopo passo a determinare categorie più complesse e concrete, sino a mercato mondiale e crisi. Più controversa è la valutazione del giudizio di Marx su Hegel. Per alcuni, vi sarebbe una omologia tra l’Idea Assoluta in Hegel e la nozione di capitale in Marx. Per altri, Hegel non farebbe alcun riferimento a un Soggetto metafisico in grado di porre i propri presupposti idealisticamente. Secondo questo modo di vedere le cose, Marx nel Capitale, lungi dal presentare una critica simultanea del capitale e dell’idealismo assoluto, svolgerebbe nient’altro che una critica del capitale in tutto e per tutto hegeliana dal punto di vista del metodo. Alcuni si spingerebbero sino a vedere in Marx, come nello stesso Hegel, un precursore del realismo. Infine, un altro punto su cui la discussione è aperta è se il riferimento di Marx ad Hegel vada sviluppato con riferimento alla logica dell’essenza o alla logica del concetto.

 

NOTA AI TESTI

 

I testi pubblicati sono la versione italiana di contributi dei membri dell’ISMT apparsi nei volumi a cura del gruppo (se ne veda l’elenco in appendice a questo volume) o di relazioni presentate alle loro conferenze. Le traduzioni (ad eccezione dei testi di Bellofiore e Fineschi) sono di Tommaso Redolfi Riva. In dettaglio:

 

GEERT REUTEN, The Difficult Labour of a Theory of Social Value; Metaphors and Systematic Dialectics at the Beginning of Marx's ‘Capital', in Moseley 1993.

CHRISTOPHER J. ARTHUR, The Concept of Money, in Bellofiore-Fineschi 2008.

MARTHA CAMPBELL, The Objectivity of Value versus the Idea of Habitual Action, in Bellofiore-Taylor 2004.

PATRICK MURRAY, Redoubled Empiricism: The Place of Social Form and Formal Causality in Marxian Theory, in Moseley-Campbell 1997.

RICCARDO BELLOFIORE, Marx and the Macro-monetary Foundation of Microeconomics, in Bellofiore-Taylor 2004.

TONY SMITH, The Capital/Consumer Relation in Lean Production: The Continued Relevance of Volume Two of Capital, in Arthur-Reuten 1998.

FRED MOSELEY, The Development of Marx's Theory of the Distribution of Surplus Value, in Moseley-Campbell 1997.

ROBERTO FINESCHI, The four Levels of Abstraction of Marx’s Concept of “Capital”, presentato all’International Symposium on Marxian Theory XV, Marx: sobre el concepto de capital, 11-14 luglio, Universidad Autónoma Metropolitana – Unidad Xochimilco, Città del Messico.