Emiliano Brancaccio, Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico

di Nicola Simoni

 

 Per Brancaccio, in sintesi, la storia sta dando ragione a Marx. Almeno quella economica. Per comprendere ciò occorre studiare le attuali dinamiche del capitalismo mondiale alla luce della “categoria scientifica della «legge» di movimento del capitalismo” indicata da Marx. Di una legge specifica: quella della centralizzazione del capitale (Capitale I, Cap. 23), che opera come “una tendenza non solo economica ma anche politica”. La novità importante sta in ciò: gli effetti economici di tale tendenza sono oggi consolidati e verificabili a livello empirico-statistico, grazie anche all'impiego “di tecniche derivanti dalla fisica della complessità e grazie alla potenza di calcolo dei moderni processori”. “La ricerca mostra che oltre l'80 per cento del capitale azionario globale è oggi controllato da meno del 2 per cento degli azionisti, un ristretto manipolo di grandi capitalisti che tende a ridursi ulteriormente a cavallo delle crisi.”

Una tale concentrazione di ricchezza nelle mani di una esigua oligarchia mostra ormai chiaramente di produrre effetti devastanti sul già di per sé precario e conflittuale assetto delle figure di democrazia che si erano affermate, nella seconda metà del Novecento, nei paesi guida dello sviluppo economico-sociale. Siamo, come recita il titolo del libro, di fronte a una “Democrazia sotto assedio”.

Sul come uscire da questo pasticcio? Per intravedere un orizzonte futuro diverso occorre poter individuare già qui e ora “un movimento oggettivo in atto”, una spinta “rivoluzionaria”. Ciò che occorrerà sarà “un meccanismo di rovesciamento capace di trasformare proprio l'attuale tendenza illiberale e antidemocratica verso la centralizzazione dei capitali nel suo esatto opposto: vale a dire, una logica di pianificazione assolutamente nuova, in quanto inedito propulsore della democrazia e della libera individualità sociale. Per quanto ancora difficile da concepire, scopriremo che una tale svolta è nell'ordine razionale delle cose. Alcuni suoi prodromi, come vedremo, sorprendentemente già si rintracciano nei centri nevralgici del sistema”.

Nel consigliare caldamente la lettura del testo, ricco di spunti di riflessione e insieme di accessibile lettura, mi limiterò a pormi e sottoporvi alcune domande che mi pare tendano ad emergere...

 

La tendenza alla centralizzazione Marx la fa emergere ad un certo livello di sviluppo delle categorie dell'oggetto-capitale: questo mostra dapprima la sua tendenza alla concentrazione o accumulazione, poi alla centralizzazione (qui il prima e il dopo hanno valore logico e non – necessariamente – cronologico). In entrambi i casi si tratta di modi di produzione-appropriazione del plusvalore.

L'operazione di Brancaccio, di ignorare volutamente la struttura logico-concettuale di Marx, espungendone la teoria del (plus)valore ed usandola poi come una “cava di pietre” dalla quale estrarre ciò che può risultargli utile, quali conseguenze comporta?

 

Separando la “legge” della centralizzazione dei capitali dal suo luogo logico che cosa la facciamo diventare? Da una parte si rileva empiricamente l'ipertrofia dei capitali transnazionali, dall'altra si nomina tale fenomeno “legge della centralizzazione”, che però è solo il nome del fenomeno stesso, non lo spiega, non ne dà ragione. Non è l'ennesimo esempio di quella vuota “duplicazione dell'empiria in concetto” sulla quale già Gramsci metteva in guardia?

 

Se è arduo pensare di poter intervenire nell'odierno dibattito tra economisti utilizzando la teoria marxiana nel suo complesso – certo anche per la sua intrinseca problematicità – non sarebbe meglio procedere “con le proprie gambe”, tutt'al più ricordando che Marx, a suo modo, certe cose le aveva già dette?

Oppure fare come Baran e Sweezy in quell'opera che ha fatto storia (Il capitale monopolistico. Saggio sulla struttura economica e sociale americana, del 1966), laddove dichiarano succintamente in nota di preferire “il concetto di surplus al tradizionale concetto marxiano di plusvalore”, e poi procedono per la loro strada.

 

Emiliano Brancaccio,

Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico

 

Piemme 2022